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Sabato 21 dicembre 2024 - 12:52

ACQUA E SANITA', UN PROGETTO PER AIUTARE LO SWAZILAND

Roma, 16 mar 2010 (CHB). Accesso all'acqua potabile e servizi igienici per migliorare le condizioni di vita della popolazione locale. Sono i due obiettivi prioritari del progetto di Legambiente e Cospe in Swaziland, finanziato dal ministero degli Affari Esteri e avviato nell'aprile 2008. Un progetto di cooperazione della durata di tre anni, diretto a 15 comunità rurali della regione Lubombo, l'area più povera del Paese, ritenuta pertanto prioritaria per interventi su acqua e sanità dal Ministero locale delle Risorse Naturali. Lo Swaziland, situato tra il Sudafrica e il Mozambico, è il più piccolo Stato dell'Africa Australe e l'ultima monarchia assoluta del Continente Nero. Ha una popolazione di circa un milione di abitanti, di cui solo il 42% ha accesso all'acqua potabile mentre il resto, nelle aree rurali, si rifornisce di acqua dai fiumi o dalle sorgenti non protette. Solo il 59% della popolazione dispone di servizi sanitari.

Il progetto di Legambiente e Cospe - che da anni sono presenti in Swaziland anche con un programma di supporto e sicurezza sociale per gli orfani di Aids - include la fornitura di acqua potabile e di servizi igienici, la sensibilizzazione e formazione dei beneficiari e il rafforzamento delle capacità a livello comunitario e regionale per la gestione delle risorse idriche. Un approccio integrato il cui primo bilancio annuale - che le due associazioni rendono noto a pochi giorni dalla giornata mondiale dell'acqua del 22 marzo - può considerarsi soddisfacente: la riabilitazione di sei sorgenti già esistenti e la protezione di sei nuove sorgenti, la riabilitazione di tre schemi idrici in disuso e di 37 pozzi, la costruzione di 780 latrine ma anche seminari su igiene e sanità nelle comunità rurali e la creazione e rafforzamento dei "Water Committees", i comitati comunitari per la gestione dei punti d'acqua delle comunità selezionate. I beneficiari diretti dell'iniziativa sono 21.890 persone che vivono nelle aree d'intervento, di cui 1.350 bambini che frequentano scuole dove sono previsti interventi specifici.

"Ci siamo posti la sfida di portare avanti esperienze di cooperazione che coniughino processi di sviluppo economico e sostenibilità ambientale - dichiara Paolo Maddonni, responsabile del settore Cooperazione e Solidarietà di Legambiente -. Con i nostri partner, cerchiamo alternative di sviluppo sostenibile che valorizzino le identità, creino benessere diffuso e durevole, garantiscano la tutela dei valori ambientali e dei sistemi di supporto alla vita. E questo progetto è un valido esempio del modello di cooperazione allo sviluppo che privilegia l'approccio dal basso e il rapporto diretto con gli enti locali dei paesi beneficiari".

Lo Swaziland è anche il paese più colpito dall'epidemia di AIDS (con circa 80.000 orfani nel 2006 e un 39% di siero-prevalenza tra le donne gravide). L'impatto sociale della malattia è devastante, soprattutto nelle aree rurali, dove vive il 76% della popolazione e dove l'accesso ai servizi di base è molto basso così come le opportunità di reddito (il 43% di quella fetta di popolazione vive sotto la soglia di povertà). In tale contesto, la scarsità di acqua potabile e le precarie condizioni igieniche si rivelano un fattore aggravante per la sopravvivenza di un gran numero di famiglie.

Per celebrare la giornata mondiale dell'acqua, tre rappresentanti della comunità swazi e funzionari del Ministero delle Risorse Naturali coinvolti nel progetto di Legambiente e Cospe saranno in Italia dal 17 al 30 marzo per raccontare l'esperienza e inserirla in un dibattito più ampio sui temi legati al Diritto all'Acqua e Servizi, Acqua e Obiettivi del Millennio e alla promozione delle energie rinnovabili. (chartabianca, 11:29)