- Nel 2015 i consumi italiani totali di energia sono cresciuti del 3% con un incremento pari a 4,8 milioni di Tep rispetto al 2014. Il valore complessivo per quest’anno, secondo il pre consuntivo elaborato il 21 dicembre scorso dall’Unione Petrolifera Up, si attesta a 165,4 milioni di Tep, un primo segnale positivo dal 2010 ad oggi, che si è ottenuto grazie al miglioramento del contesto economico e ai prezzi più contenuti dell’energia. Tuttavia dal raffronto con il 2010 emerge che i consumi di energia sono ancora inferiori di 17,2 milioni di Tep. Il petrolio si conferma la prima fonte di energia con una quota di circa il 36%, seguito dal gas con il 33,3% e dalle rinnovabili con il 17,5% (di cui l’idro rappresenta circa il 30%). Positivo l’effetto del calo dei prezzi internazionali dei prodotti sui carburanti che, complessivamente, hanno evidenziato un lieve incremento, stimato intorno alle 500.000 tonnellate (+1,3%), ma con volumi ancora inferiori del 18% rispetto al 2005, cioè circa 10 miliardi di litri in meno. La benzina e il gasolio insieme hanno rappresentato il 52% del totale dei consumi petroliferi e il 93% nel settore del trasporti dove si confermano essenziali. Quanto agli altri prodotti, l’olio combustibile e il gasolio riscaldamento si sono attestati sostanzialmente sui valori del 2014, mentre in ripresa sono apparsi i bunkeraggi e il fabbisogno petrolchimico.
FONTI FOSSILI. È tornato a crescere il contributo delle fonti fossili, soprattutto il gas naturale, mentre le rinnovabili, in calo del 5,9%, hanno scontato non solo il ritorno della produzione idroelettrica sui valori medi dopo il record raggiunto nel 2014, ma anche la scarsa idraulicità del 2015.
CALO FATTURA ENERGETICA. L’andamento delle quotazioni internazionali delle fonti di energia ha consentito un calo del 22% della fattura energetica nazionale, passata dai 44,6 miliardi di euro del 2014 ai 34,7 miliardi del 2015 con il contributo della componente petrolifera.
RAFFINAZIONE. Nel 2015 la capacità di raffinazione italiana si è attestata a 87,5 milioni di tonnellate, con una contrazione di circa l’11% rispetto al 2014. La riduzione della capacità disponibile, dovuta alla fermata e alla riconversione di alcuni impianti e l’aumento delle lavorazioni salite a 73,2 milioni di tonnellate per il crollo del prezzo del petrolio, hanno permesso un miglioramento nel tasso di utilizzo degli impianti, passato dal 74% del 2014 all’83% di quest’anno. Hanno contribuito a questo miglioramento le lavorazioni di greggio (+12,6%) che hanno compensato il calo dei semilavorati esteri (-7,6%).
FAVORITE ESPORTAZIONI. Il calo delle quotazioni e le maggiori lavorazioni, favoriscono le esportazioni di prodotti. Oltre ai consumi interni, anche le esportazioni hanno contribuito al buon risultato della raffinazione con un volume complessivo di 27,4 milioni di tonnellate, in crescita del 30,5% rispetto al 2014. Il 64% del totale esportato è rappresentato dalla benzina e dal gasolio che hanno mostrato una crescita significativa (rispettivamente +33% e +63%). L’indebolimento dell’euro rispetto al dollaro ha reso più competitivi i nostri prodotti verso i paesi extra Ue ma, rispetto ai 31,2 milioni di tonnellate del 2007, anno del picco, oggi i volumi esportati sono inferiori del 12%.
IMPORTAZIONI. Le importazioni di prodotti finiti sono state pari a 13,1 milioni di tonnellate, con un progresso del 5,1% rispetto al 2014. Circa il 60% del totale importato è rappresentato dal Gpl, dal carboturbo e dai gasoli.