Confagricoltura ritiene fondamentale ricostituire il potenziale forestale per prevenire frane e alluvioni. delle aree danneggiate. Lo stato di sicurezza idrogeologica del Paese è infatti allarmante: il 60% dei Comuni corre rischi molto elevati; in 90 anni, si sono registrate 5.000 grandi alluvioni e 12.000 frane (in media un episodio ogni giorno e mezzo). "Il ruolo di alberi e foreste come freno a questi fenomeni è fondamentale in quanto - ha ricordato Confagricoltura - le piante hanno la doppia funzione di assorbire l'acqua e rallentarne la velocità di scorrimento sul suolo". Il piano messo a punto da Confagricoltura non trascura la realizzazione di nuovi boschi in aree non agricole, sia a fini di protezione del territorio, sia paesaggistici. Ma soprattutto prevede questi interventi in zone urbane e periurbane per mitigare l'impatto ambientale.
Quello dell'effetto sull'ambiente, grazie alle capacità delle piante di assorbire ossido di carbonio, è di certo uno degli aspetti qualificanti del progetto. La selvicoltura è indubbiamente il settore che ha le maggiori potenzialità per attenuare il cambiamento climatico, a dimostrarlo basta ricordare che ogni albero consente di eliminare, nel corso della sua vita, circa 700 chili di CO2 atmosferica. Il piano prevede quindi di mettere a dimora un alto numero di piante per ettaro, sia per rendere più importante l'assorbimento di CO2, sia per ottenere risultati visibili in tempi brevi.
Naturalmente le specie di piante utilizzate per dar vita a nuovi boschi terranno conto della "Carta Fitoclimatica" delle varie regioni, per assicurare l'uso di piante idonee alle caratteristiche climatiche e pedologiche locali, fattore indispensabile per una buona riuscita degli impianti. La scelta privilegerà anche alberi in grado di svilupparsi nel tempo senza richiedere interventi particolari di cura e manutenzione (a seconda delle zone leccio, quercia da sughero, pino mediterraneo, castagno, rovere, carpino, acero, faggio) mentre nelle zone più umide pianeggianti si darà spazio alla pioppicoltura.
In totale si pianteranno nuovi boschi per 15.040 ettari, un passo di grande importanza per impiegare parte di quella superficie potenzialmente utilizzabile per la forestazione, che, si stima attorno ai 2.000.000 di ettari. Basti un esempio: il demanio pubblico gestisce quasi 3 milioni di ettari di superficie agricola che includono poco più di 1 milione di ettari di Sau (seminativi, arboree, prati e pascoli), oltre 1,6 milioni di boschi e 250 mila ettari di superfici non utilizzate. (chartabianca 19:14)