Sassari, 16 apr 2010 (CHB) - «In questa fase occorre che la Regione Sardegna dia tutela e garanzie alla imprese agricole coinvolte dal dramma della tubercolosi bovina. E servono segnali concreti, non solo parole». Questa la richiesta formale di Battista Cualbu e di Pietro Greco, rispettivamente presidente e direttore di Coldiretti Sassari, in conseguenza delle esigenze nate sul territorio, specie nel Goceano, che oggi si rivolgono direttamente all'assessore regionale all'Agricoltura Andrea Prato ricordandogli quanto promesso a febbraio nell'incontro con gli allevatori di Benetutti: una forma di contribuzione per quelle aziende che, nel rispetto dei protocolli sanitari e veterinari, hanno adempiuto al loro dovere di vaccinare i capi positivi. E tale somma sarebbe stata inserita nel collegato alla Finanziaria regionale 2010. Inoltre era stato richiesto una proroga degli indennizzi già concessi anche per le annate 2009 e 2010, poiché l'impregno è scaduto nel 2008.
«Chi ha messo in atto tutto quanto occorreva per rendere possibile la vaccinazione dei capi bovini - spiegano i vertici della Coldiretti provinciale - oggi ha necessità di un ulteriore ristoro per la mancanza di reddito causata dal blocco degli animali, che dopo una prima vaccinazione, hanno necessità di un richiamo a sei mesi di distanza». Tale situazione di blocco sanitario non consente né la movimentazione dei bovini destinati al ristallo in continente, né il trasporto verso i macelli locali.
Coldiretti ricorda come al termine di tanti incontri con i rappresentanti della Regione Sardegna, l'associazione ha ottenuto un decreto che fissava gli aiuti per la perdita di reddito a favore delle aziende colpite da Tubercolosi Bovina nel periodo compreso tra il 1 gennaio 2007 e il 31 dicembre 2008 dopo un complesso percorso politico e sindacale «Allora Coldiretti - prosegue i dirigenti - aveva dichiarato che l'azione a sostegno delle imprese non terminava con la delibera di indennizzo, ma al contrario sarebbe proseguita nell'interesse esclusivo delle imprese agricole e del loro reddito». Ecco perché oggi è improcrastinabile individuare all'interno degli strumenti finanziari a disposizione del Governo regionale il ristoro promesso alle aziende con l'obiettivo di ristabilire condizioni eque per l'impresa agricola e garantire un futuro a tutti quegli allevatori bovini che, convinti comunque dell'opportunità delle rigide procedure sanitarie, oggi di fatto sono costretti a rallentare, se non a bloccare, la loro attività in attesa dei richiami dei vaccini. (chartabianca, 17:50)