In questo spaccato nazionale, la Sardegna si è inserita con la delibera della Giunta regionale 10/3 che tra l'altro, pone fortissimi vincoli burocratici alla realizzazione di impianti superiori ai 20 KW. "Chiediamo alla Giunta regionale - spiega Marco Antonio Scalas, presidente di Coldiretti Sardegna - di agire in fretta ed integrare e modificare il contenuto della delibera per permettere alle molte imprese agricole dell'isola di completare gli investimenti programmati entro la fine del 2010. Anno in cui - sottolinea Scalas - sarà ancora possibile investire nell'agro-fotovoltaico, consentendo a molte imprese del settore primario un'integrazione di reddito in assenza della quale non potranno probabilmente sopravvivere".
Secondo i dati di uno studio elaborato da Coldiretti e C.e.t.a., spiega ancora Scalas, "il settore agricolo potrebbe raggiungere la percentuale di oltre l'8% del bilancio energetico nazionale, stimato al 2020, con un'ulteriore previsione, in termini occupazionali, di poco meno di 100.000 unità attive nelle fasi di produzione o di conversione delle energie dalle varie fonti rinnovabili, ma solo a patto che sia il Ministero delle Attività produttive, sia la Regione Sardegna facciano entrambe la loro parte"."Abbiamo bisogno", conclude Scalas, "di mantenere l'attuale livello di incentivazioni almeno per i prossimi due anni e di semplificazioni normative regionali che consentano la realizzazione con procedure semplificate di piccoli impianti agro-energetici almeno fino ad 1 MW". (chartabianca 10:02)