Giovedì 18 settembre 2025 - 06:57

SALDI INVERNALI, CONFCOMMERCIO: IN SARDEGNA VENDITE IN CALO DEL 6,3%

(CHB) - Cagliari, 28 feb 2014 - Continua in Sardegna l'"Inverno" dei consumi anche per i saldi. A circa due mesi dall'inizio dei saldi Confcommercio Sardegna conferma che all’interno di una contrazione generalizzata dei consumi, ribadita anche dall’Istat, i saldi si ritrovano a non essere più lo strumento che solleva le vendite del settore abbigliamento.
"I supersconti - afferma Agostino Cicalò, presidente Confcommercio Sardegna- non hanno aiutato le vendite ai saldi. E’ tutto il sistema dei consumi in Sardegna ad essere fermo”.
Da un'analisi di Confcommercio Sardegna e CdC & Partners, si rileva un calo medio del 6,3 % rispetto allo scorso anno su base regionale condotto su un campione di 484 esercizi commerciali nelle quattro province storiche. A livello nazionale il calo certificato da Federmoda Italia Confcommercio è stato del 3,23% rispetto al 2013.
Che lo scenario non si presentasse dei migliori lo aveva annunciato già l’Osservatorio Acquisti Federmoda Carta SI, per i pagamenti con carta di credito dove la Sardegna ha avuto un calo nel 2013 rispetto al 2012 del 17%, la peggior Regione d’Italia, seguita dalla Basilicata con un meno 11%, ma soprattutto contro un calo del 7,2% nazionale medio.
“Già in autunno – spiega Cicalò- le vendite non erano state supportate dal clima eccessivamente mite e l’attesa dei saldi faceva sperare nel recupero di qualche margine per gli imprenditori del settore. Così non è stato ed i motivi sono oramai noti: primo tra tutti un clima di sfiducia generale, e di calo dei redditi delle famiglie, che sono la base per un rilancio dei consumi”.
L’asticella degli sconti in partenza si è subito assestata su percentuali importanti 30-40% per poi crescere via via e nelle ultime settimane dove non è stato difficile trovare sconti che si impennavano in molte situazioni sino al 70%. Il flusso dei clienti si è concentrato principalmente nei primi dieci giorni e di fatto nei primi due fine settimana. Poi la situazione delle vendite è andata via via affievolendosi. Rispetto ai saldi estivi il grado degli insoddisfatti (delusi e poco soddisfatti) cresce in modo significativo rispetto allo scorso anno del 6,5% passando dal 83,3% al 89,8%.
Emerge che il 71,3% della categoria vuole cambiare l’attuale sistema dei saldi. Oltre alla stagnazione dei consumi e ai bassi redditi, incidono sulle vendite anche aspetti legati alle singole realtà imprenditoriali come la localizzazione del punto vendita, la ricchezza dell’assortimento ( la scelta fa aumentare la permanenza nel punto vendita), i prodotti di Marca (è il più ricercato; si acquista un capo di abbigliamento in meno, ma di marca) ed inoltre investimenti effettuati in comunicazione, mailing ai clienti, invio sms, pubblicità sui giornali e spot nelle radio locali.
Per particolari prodotti di marca è utile evidenziare che anche il fenomeno dei consumi di abbigliamento si sta polarizzando: verso la fascia alta per i prodotti di marca e verso la fascia bassa sui distributori e catene low cost.  (CHARTABIANCA) red