- Il segretario uscente della Camera del lavoro di Sassari Antonio Rudas è stato rieletto al termine del quinto congresso della Cgil provinciale, celebrato nella sala “Filippo Canu” a Porto Torres. Rudas è stato rieletto dal rinnovato comitato direttivo nella tarda serata di ieri.
Nella relazione introduttiva che ha aperto i lavori, Rudas ha fotografato la situazione maturata negli ultimi quattro anni, situazione che, ha detto il segretario, è cambiata in peggio. Gran parte della responsabilità, in particolare nel nostro territorio, è della Giunta regionale uscente: “Abbiamo perso quattro anni – ha spiegato – misurandoci con un 'non-governo', mai nella storia dell’autonomia una giunta è stata così assente. L’amministrazione regionale uscente non ha neanche saputo costruire un adeguato rapporto con lo Stato: eppure eravamo riusciti a ritagliarci una specificità legittima con la vertenza entrate, oggi rilanciata giustamente dal nuovo presidente della Regione Francesco Pigliaru. Ripartiamo da lì per spostarci da una situazione devastata”. Sono due le direttive fondamentali da seguire per il nuovo governo, quello regionale ma anche il governo nazionale: istruzione e lavoro. “Una regione come la nostra, limitata da molti fattori, primo dei quali l’insularità, ha bisogno di investire sulla conoscenza – ha spiegato il segretario –. Per come ci hanno ridotto in questi anni non è pensabile che riusciamo a uscirne o a invertire la tendenza se le politiche regionali sono limitate all'ordinario. Non abbiamo tempo, ci sono migliaia di persone in sofferenza, che non possono continuare a vivere in attesa di ammortizzatori sociali che non arrivano, ci sono famiglie disgregate, ragazzi e ragazze che hanno cancellato la parola futuro dalla loro prospettiva. Siamo sotto una devastante cappa di rassegnazione, c’è bisogno urgente e immediato di risposte”.
Per questo, Rudas ha rivolto un appello ai nuovi consiglieri regionali, in particolare quelli eletti dal territorio, perché i buoni propositi per far uscire la provincia di Sassari dalla crisi diventino finalmente progetti concreti. Partendo dall'industria, unica prospettiva nell'area di Porto Torres che in passato ha ospitato la petrolchimica e oggi ha un'opportunità importante con la chimica verde. Importante, perché si tratta di un progetto innovativo, ma anche perché ha permesso di mantenere nel territorio la multinazionale che dovrà bonificare quelle aree. La chimica verde, corredata dalle produzioni a valle per completare la filiera delle bioplastiche, non può però essere l'unica risposta al bisogno di occupazione. Serve quindi un rilancio dell'edilizia, non costruendo nuove case ma valorizzando l'esistente, che va recuperato e risanato. Allo stesso modo va incentivata una nuova politica dei trasporti, che rilanci il porto di Porto Torres e l'aeroporto di Alghero, creando una rete degli scali sardi competitiva sul mercato. Va inoltre rafforzata la tutela dei dipendenti pubblici, ricchi nel territorio di professionalità ma troppo spesso costretti a lavorare in modo inadeguato da pessime politiche dirigenziali. In questo campo, Rudas ha chiesto che finalmente la sanità venga liberata dal giogo della politica, per consentire un servizio all'altezza agli utenti e migliori condizioni per i lavoratori.
I lavori sono stati conclusi dal segretario regionale della Cgil sarda, Michele Carrus. “Le regionali ci hanno liberato da un incubo – ha detto Carrus – non si sa se sia stata peggiore l'inerzia dell'azione di governo o i suoi provvedimenti. Per inerzia non si è fatto il piano energetico, consentendo il proliferare incontrollato di impianti per eolico e fotovoltaico, piazzando montagne di pannelli prodotti in Cina e in Germania nelle campagne, mettendo invece a rischio importanti investimenti in impianti vecchi e inquinanti, come a Fiumesanto. Per inerzia non si è fatto un piano regionale dei trasporti, mentre la continuità territoriale aerea ha notevolmente peggiorato il servizio in qualità e quantità”. Carrus ha poi criticato il piano paesistico e il progetto della zona franca, puramente demagogici e presentati esclusivamente a fini elettorali. “Servono serietà e chiarezza – ha detto il segretario regionale della Cgil – e il presidente Pigliaru ha il compito di ricostruire la fiducia compromessa”. La Sardegna ha perso un ulteriore 3,5% del suo Pil e, nell'ultimo anno, 42mila posti di lavoro. Serve un riequilibrio delle economie, che oggi si basano per il 78% della ricchezza sul terziario: “E' un sistema che non regge – ha spiegato Carrus – e che ci mette in una condizione di ritardo. Per questo dobbiamo pensare a una nuova industria che sia avanzata e punti alle biotecnologie e all'eccellenza. Serve dare lavoro e non un sussidio ai 30mila che oggi lo ricevono”.