- All’Expo si potrà assaggiare forse la carne di coccodrillo, così come gli insetti. I salumi sardi, per ora, no. A meno che a brevissimo dall’Isola non arrivino risultati concreti sul fronte della lotta alla peste suina africana. Dunque per ora niente deroghe in vista di Expo, da parte di ministero della Salute e Commissione europea, al divieto di esportazioni delle carni suine della nostra regione. La conferma arriva al notiziario Chartabianca dallo stesso ministero della Salute, che in questi mesi sta vagliando numerose richieste, anche con prove di laboratorio, da parte dei Paesi extra Ue partecipanti all’Esposizione universale in programma a Milano dal 1 maggio al 31 ottobre. Tra queste, quella dello Zimbabwe che chiede di poter portare nel proprio padiglione la carne di coccodrillo, o di altre nazioni per l’immissione degli insetti, superando i rigidi regolamenti comunitari e nazionali sull’importazione di prodotti d’oltre Europa.
Ma per i salumi sardi e la carne suina in arrivo dall’Isola la strada è più in salita: il ministero della Salute, viene spiegato al notiziario dopo una specifica richiesta avanzata dalla redazione nei giorni scorsi, “di concerto con i referenti tecnici sia nazionali che comunitari in materia di peste suina africana, da tempo sta valutando l’impatto e le conseguenze di carattere sanitario e commerciale, sia in ambito europeo sia internazionale, che potrebbero scaturire dall’immissione sul mercato di prodotti sardi derivati da suini allevati in Sardegna. Uno degli elementi limitanti l’ipotesi di apertura a tali prodotti – viene sottolineato dal ministero guidato da Beatrice Lorenzin - è rappresentato dal fatto che solo recentemente è stato approvato il “Piano straordinario di eradicazione e controllo della Peste suina africana” da parte delle Autorità regionali della Sardegna, con la costituzione di un’Unità di Progetto sulla quale ricade la responsabilità, l’operatività e il raggiungimento degli obiettivi di eradicazione della malattia nel medio-lungo termine”.
Poi lo spiraglio, anche se resta da capire se ci saranno i tempi tecnici per eventuali deroghe, considerato che mancano poco più di 2 mesi dall’inaugurazione della manifestazione: “Nelle prossime settimane, a seguito dell’esame della situazione epidemiologica e dell’avvio del Piano straordinario di eradicazione verranno presi in considerazione gli elementi oggettivi e le misure messe in piedi dalle Autorità sanitarie della Sardegna che consentano di effettuare una compiuta valutazione del rischio sulla base delle attività svolte e dei risultati raggiunti. Il tutto dovrà essere condiviso a livello dell’Unione Europea poiché sono attualmente in vigore misure restrittive ed ostative all’introduzione di prodotti a base di carne di origine sarda”, conclude il ministero.