- "Fine del precariato e stabilizzazione di oltre 1500 lavoratori forestali da decenni sotto la spada di Damocle del licenziamento. Nessuna regalia, ma semplice applicazione della legge n.7 del 2014 che prevede la loro stabilizzazione entro un triennio". Lo chiede Francesco Piras, segretario generale regionale di Fai Cisl Sardegna.
"E' un'operazione che la Giunta si è dimenticata di far partire. Il presidente Pigliaru e gli assessori, invece, hanno varato un disegno di legge di riforma dell'Ente Foreste che, se approvato dal Consiglio, determinerebbe lo smantellamento dell'intervento pubblico nel settore forestale, con conseguenze negative incalcolabili per il patrimonio forestale, per i lavoratori forestali e per la Sardegna".
Secondo Piras la Giunta Pigliaru "gioca al ribasso: solamente 312 stabilizzazioni a fronte di 1500 lavoratori semestrali. Se fosse l'inizio di un percorso rispettoso della Legge n.7/2014 la Fai Cisl sarebbe pronta a discutere. Purtroppo così non è. La proposta della Giunta, infatti, è ricattatoria perché condiziona la stabilizzazione all'approvazione del disegno di legge di riforma dell'ente e non vincola l'Esecutivo regionale sulla norma attualmente in vigore. Inoltre, la proposta della Giunta non tiene conto del rispetto dell'equilibrio territoriale di provenienza dei lavoratori interessati. Un criterio, questo, previsto dalla legge n.7/14, che va applicato non con provvedimenti imposti dall'alto, ma bensì in ottemperanza alle varie realtà territoriali. L'Esecutivo regionale, per altro, non fa chiarezza sui criteri con cui verranno attribuite le unità da stabilizzare nei vari cantieri e comuni interessati.
L'operazione-stabilizzazione, come concepita dalla Giunta, manca ancora di regole per garantire rispetto oggettivo delle norme, equità e giustizia per tutti i lavoratori, e non correre il rischio involontario di privilegi e arbitrii. Stando così le cose - prosegue Piras - l'operazione favorirà i più forti e scaricherà decisioni prese dall'alto sulle varie realtà territoriali con il rischio di favorire tensioni sociali e ricorsi che di fatto bloccherebbero il processo di stabilizzazione".
La Fai-Cisl sostiene che ancora oggi ci siano le condizioni "per avviare un processo di stabilizzazione che riguardi tutti i lavoratori forestali, che non possono essere ostaggio di una politica lontana dai reali bisogni dei più deboli. Continueremo la nostra battaglia in tutte le sedi per un reale avvio delle stabilizzazioni in tutto il territorio regionale".