(CHARTABIANCA) - Cagliari, 19 lug 2022 - Migliorare la sostenibilità nella gestione delle risorse ittiche in Sardegna, salvaguardare e ripristinare gli stock delle diverse specie e degli habitat naturali, ma anche mettere in campo nuove strategie per il ripopolamento e la conservazione dell’habitat marino tutelando al contempo il lavoro dei pescatori sardi. Sono i principali obiettivi del nuovo progetto di Agci Sardegna, associazione capofila, con l’Università di Cagliari (Dipartimento di Scienze della vita e dell’Ambiente) e il Flag Sardegna Orientale, con il coinvolgimento dei pescatori sardi. Il programma, presentato stamattina a Cagliari nella sale della Manifattura, mira a tutelare le risorse ittiche intervenendo con strategie alternative a quelle attuali ed efficaci contro l’impatto eccessivo sugli habitat marini.
IL PROGETTO. Il progetto denominato “Strategie innovative per il ripopolamento e la conservazione dell’habitat marino” da 700 mila euro finanziato con la Misura 1.40 del Feamp 2014-2020 punta a trovare le migliori strategie di pesca per garantire longevità al settore, permettendo al contempo di mantenere, da un lato, la giusta fonte di reddito per i pescatori e, dall’altro, l'approvvigionamento alimentare per una quota significativa della popolazione. Le attività in campo prevedono, tra l'altro: il monitoraggio delle zone costiere per l'acquisizione dei dati, le attività di formazione destinate a pescatori e altri operatori del comparto per conoscere le operazioni di posizionamento delle attrezzature, ma anche la promozione dello sviluppo professionale degli operatori per fargli acquisire nuove metodologie di pesca innovative, sostenibili e che si avvalgano di attrezzi da pesca più selettivi e a basso impatto ambientale.
TRE SPECIE ITTICHE. "Di solito gli interventi di sostegno alle risorse ittiche si mettono in campo quando queste sono in emergenza e, spesso, si agisce in ritardo - dice nel suo intervento Giovanni Loi, vice presidente di Agci Sardegna e responsabile del settore Pesca dell’associazione - le norme che vengono varate, spesso, sono impattanti e i pescatori devono subirle. In questo progetto si è fatto un lavoro diverso e preventivo - spiega - è stato tarato su tre specie ittiche che oggi non son in particolare sofferenza, ma lo spirito del programma è proprio questo: prevenire è meglio che curare”. Per Sergio Cardia, presidente regionale di Agci “la Sardegna è la regione italiana con la maggiore estensione di coste e di lagune e ha una forte relazione con l’economia del mare - precisa - purtroppo, nel tempo, gli addetti alla pesca si sono ridotti ma permangono ancora quasi mille aziende dirette e 300 del settore della trasformazione. Questo vuol dire avere un grande interesse per le blu economy e Agci non poteva ignorare questo settore considerando, tra l’altro, che il 90% degli operatori del settore pesca sono associati in cooperazione - sottolinea - lo sforzo oggi è rendere compatibile la pesca alla salvaguardia di ambiente e risorse ittiche”. Per Cardia “è fondamentale coinvolgere i pescatori nei percorsi di innovazione dandogli gli strumenti per essere protagonisti di un percorso di ripopolamento e salvaguardia delle specie - conclude - ma forse oggi servirebbe anche una maggiore attenzione dell’assessorato e della Regione al comparto. Pensiamo a un Piano straordinario per stagni e lagune che necessitano di un sostegno molto forte. Ci auguriamo che per la prossima programmazione Feamp ci possa essere maggiore ascolto ai contributi delle associazioni di categoria”.
LE AREE GEOGRAFICHE. La ricerca è suddivisa in quattro fasi tra loro collegate che puntano ad acquisire le conoscenze necessarie a individuare gli attrezzi e i tipi di esche da utilizzare, i periodi e le zone di pesca, e a determinare la redditività e l’operatività dei sistemi individuati. Le aree geografiche in cui si svilupperanno le attività sono localizzate nelle coste del Golfo di Cagliari, nel sud dell’isola, del Golfo di Palmas nella costa sud-occidentale e di La Caletta – Golfo di Orosei, nella costa nord-orientale. Il programma si svilupperà partendo da tre azioni: la creazione di una 'Area Nursery' della seppia comune e una del polpo comune, più l’azione dedicata al Progetto pilota per la pesca sperimentale per l’aguglia imperiale.
I RISULTATI. I risultati della sperimentazione di alcune delle azioni in campo, produrranno valutazioni sulle possibilità di attivare il processo di riconversione di una grossa porzione di addetti della piccola pesca con reti da posta, verso sistemi di pesca economici e selettivi. Gli attrezzi individuati da alcuni degli studi in campo, infatti, potranno essere sperimentati in periodi e in modalità per cui la pesca tradizionale è in sofferenza. Inoltre sarà determinante il trasferimento delle esperienze raccolte che avverrà con il diretto coinvolgimento degli operatori della pesca nell’attività sperimentale. I pescatori, infatti, avranno un ruolo attivo nell'individuazione e costruzione degli attrezzi e nella loro utilizzazione in zone e periodi ritenuti idonei. Questa attività sarà eseguita unitamente alla supervisione degli operatori scientifici.
FLAG. "Il progetto rappresenta un momento importante di coordinamento per mettere in campo progetti innovativi che puntano a dare un futuro alla pesca in Sardegna - dice Renato Murgia, presidente Flag Sardegna Orientale - si è iniziato un percorso che a settembre porterà risultati evidenti per la crescita del comparto”.
REGIONE: RESPIRO PIU' LUNGO A PROGETTI. A portare il messaggio della Regione (l’assessora dell'Agricoltura, Gabriella Murgia, non ha potuto partecipare a causa di un impegno concomitante) è stato Gianni Ibba, responsabile del servizio Pesca dell’assessorato regionale dell’Agricoltura. “Questo programma per noi è strategico e utile per programmare aperture e chiusure delle attività di pesca su alcune risorse, con maggiore cognizione di causa. Sino a oggi ci si sta basando sulle sensazioni di chi opera nel settore della pesca ma la ricerca è importante per monitorare e ragionare sul ripopolamento dei nostri mari con una strategia guidata - aggiunge - bisogna seguire questi percorsi per avere maggiori informazioni per la programmazione futura”. Proprio in tema di nuova programmazione comunitaria, Ibba aggiunge: “Si sono conclusi gli incontri tecnici tra le regioni e si apre ora la fase politica per ripartire i fondi. Giovedì prossimo ci sarà il primo incontro tra gli assessori, poi come si chiuderà la partita della ripartizione, si aprirà quella dei bandi. Vorremmo dare un respiro più lungo a questi progetti, pensando anche ad altre risorse come il riccio di mare o il corallo rosso - conclude Ibba - se il modello che si sta seguendo oggi funziona, inviteremo a presentare progetti simili per la nuova programmazione”.
LE AZIONI SU POLPO, SEPPIA E AGUGLIE IMPERIALI. Il progetto di Agci Sardegna, dell’Università di Cagliari e del Flag Sardegna Orientale dal titolo “Strategie innovative per il ripopolamento e la conservazione dell’habitat marino” si sviluppa su tre azioni specifiche per la creazione di una 'Area Nursery' della seppia comune, una del polpo comune e un’azione ulteriore dedicata al Progetto pilota per la pesca sperimentale per l’aguglia imperiale.
AGCI E UNIVERSITÀ. "Il progetto intende promuovere verso gli operatori della pesca l’informazione sulle nuove pratiche sostenibili di pesca - precisa Daniele Mascia, direttore di Agci Formazione, durante la presentazione del progetto che si è tenuta stamattina a Cagliari - ma intende anche promuovere le attività da svolgere nella fascia costiera che siano alternative al mero prelievo, con l’intento di favorire la conservazione degli habitat marini e delle specie presenti, prevenendo anche attività distruttive come quella illegale”. Tra gli altri obiettivi principali, aggiunge Danila Cuccu, professoressa associata all'Università di Cagliari (Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente), illustrando nel suo intervento i dettagli delle attività, c’è quello di “promuovere nuove attività nella fascia costiera che favoriscano la conservazione degli habitat marini e delle specie animali con il diretto coinvolgimento degli operatori della pesca. Tutte le attività, infatti, sono effettuate in stretta sinergia con i pescatori - spiega - per questo programma abbiamo voluto concentrarci sulla difesa di due specie in particolare con la creazione di nursery su seppia e polpo”.
SEPPIA. Pur essendo oggetto di cattura accidentale la pesca della seppia comune non è particolarmente selettiva per la specie. Tra i problemi attuali c’è quello della cattura massiva delle femmine effettuata da un numero elevato di pescatori (sia professionisti che dilettanti) nel periodo di deposizione e che può rappresentare una rilevante interferenza sul processo riproduttivo. L’obiettivo principale dell’azione inserita nel progetto è quello di favorire la deposizione e la schiusa del maggior numero di uova di seppia per ripristinare la risorsa e poter fruire allo stesso tempo dei riproduttori dopo la deposizione. Il progetto consiste nello sperimentare, nel periodo di riproduzione, l’utilizzo di nuovi sistemi di cattura alternativi a quello attualmente in uso, basandosi sull’antica tradizione di pesca nell’Adriatico con l’utilizzo di contenitori grigliati tipo nassa rettangolari. In questo modo le seppie potranno essere commercializzate e le uova recuperate e stoccate all’interno di apposite vasche studiati ad hoc e tenute in mare. Nelle stesse vasche di stoccaggio verranno immesse tutte le uova ritrovate accidentalmente.
POLPO. Sul versante dell’azione sul polpo comune, il progetto punta a tutelare la specie nelle fasi più critiche del ciclo biologico, dal reclutamento alla riproduzione. Il programma prevede di aumentare i rifugi a disposizione delle femmine attraverso il posizionamento di tane artificiali sul fondo del mare. L'obiettivo è quello di favorire il permanere delle femmine in deposizione e garantire sia nelle aree di sperimentazione, sia in quelle limitrofe un vero e proprio turnover a vantaggio della biomassa presente, nonché dell’attività di pesca. Dal progetto si prevede che con la cattura del polpo attraverso le nasse venga difesa la sostenibilità grazie all’elevata selettività se svolta in determinati periodi dell’anno secondo le norme vigenti. Con il programma gli operatori della pesca prendono parte alla preparazione delle tane artificiali e alla loro messa in posa. Le valutazioni finali sull’efficacia dell'intervento potranno essere fatte sulla base di monitoraggi all’interno dell’area di sperimentazione (prima durante e dopo) e attraverso una comparazione con aree di controllo non incluse nell'azione.
AGUGLIA. Il programma prevede infine il Progetto pilota sulla pesca sperimentale dell’Aguglia imperiale. L'azione prevede un importante tasso di innovazione che intende individuare sia risorse ancora non oggetto di pesca mirata come l’aguglia imperiale che metodologie di prelievo selettive (palamiti) da utilizzare in alternativa agli attrezzi usati. Con il programma vengono effettuate valutazioni di carattere bio-economico sull'operatività delle attrezzature in rapporto alle zone di pesca e ai mezzi di lavoro utilizzati (piccole imbarcazioni). Secondo i promotori del progetto l’aguglia imperiale, per le sue caratteristiche, è la specie che si presta ottimamente alla sperimentazione perché attualmente non esiste una pesca mirata a questa specie ma si può catturare come preda accessoria con diversi attrezzi della pesca professionale e sportiva.
MONITORAGGIO E FORMAZIONE. Per portare avanti le azioni di analisi ambientali, viene effettuato il monitoraggio delle zone costiere individuate dal programma. Per l'acquisizione dei dati sono utilizzate, invece, tecnologie innovative ed evolute con l’utilizzo del sistema di droni sottomarini. Queste tecnologie consentono di raccogliere informazioni utili al miglioramento della conservazione della biodiversità e la tutela degli habitat marini. Il progetto prevede anche attività di formazione destinate a pescatori e altri operatori della pesca per conoscere le operazioni di posizionamento delle attrezzature (griglie e tane artificiali). Questa fase permette ai pescatori di approfondire l'utilizzo delle tecniche di raccolta delle uova e conferimento alle vasche di incubazione, ma anche imparare a utilizzare i droni sottomarini per fornire supporto alle attività di gestione del modello di controllo e monitoraggio. Tutto il progetto è accompagnato da una specifica attività di comunicazione utile alla promozione del programma con anche lo scopo di divulgare metodologie e risultati, coinvolgere e sensibilizzare la comunità locale e gli stakeholder del territorio.
Ecco il sito del progetto:
https://www.habitatmarinosardegna.eu/ (CHARTABIANCA)