- Nel 2023 il carrello della spesa degli italiani si conferma più oneroso, ma anche più leggero, con volumi di acquisto in flessione per quasi tutte le categorie e prezzi sensibilmente più elevati. Secondo gli ultimi dati dell'Osservatorio sui consumi alimentari ISMEA-NielsenIQ, la spesa delle famiglie italiane per gli acquisti di generi alimentari e bevande ha fatto segnare, su base annua, un incremento record dell'8,1% (+8,4% il food, +5,3% il beverage).
I DATI. Seppure in rallentamento nell'ultimo trimestre dell'anno, i prezzi alimentari hanno mantenuto un ritmo di crescita sostenuto nel 2023 (+10,1% l'aumento medio rispetto al 2022 secondo le rilevazioni dell'Istat sul capitolo alimentari e bevande analcoliche), determinando un aggravio di spesa a carico delle famiglie di oltre 8 miliardi di euro. In questo contesto, caratterizzato anche da una maggiore spinta promozionale nella grande distribuzione organizzata, è cresciuto il ruolo della marca del distributore, con uno share che si è portato a circa un terzo del fatturato, grazie a una performance migliore rispetto a quella della marca industriale.
DOVE SI COMPRA. Tra i diversi canali, il supermercato mantiene il primato, con il 40% di quota in termini di fatturato e con un giro d'affari cresciuto del 9,5% sul 2022. Crescono del 7,8% le vendite negli ipermercati (al 23% l'incidenza in valore), seguiti dai discount al 22% di quota (+9,3% gli incassi), canale in cui si è avuto un forte incremento delle affluenze. Il piccolo dettaglio tradizionale (9% di share) continua invece a perdere appeal, cedendo sia per volumi sia per fatturati. È l'unico, tra i canali distributivi, che ha accusato una riduzione del giro d'affari, perdendo lo 0,6% rispetto al 2022, oltre a quello non fisico dell'e-commerce (-4,5%).
LE CATEGORIE. Tra le diverse categorie merceologiche, si registrano aumenti a doppia cifra della spesa per oli di oliva (+32% gli extravergini), uova (+14,1%), latte e derivati (+11,7%) e prodotti a base di cereali (+11,7%), con picchi del +20,9% per il riso. Significativa, ma più frenata, la crescita del reparto carni (+6,7%), con incrementi per tutte le categorie, ma più evidenti per quelle avicole. Gli acquisti di prodotti ortofrutticoli hanno generato un esborso dell'8,8% più elevato rispetto al 2022, con incrementi soprattutto per patate e conserve di pomodoro (più frenata la dinamica della spesa per la frutta).
Coppie e single over 55 sono apparsi meno attenti all'impatto degli acquisti sullo scontrino, registrando anche volumi superiori a quelli del 2022. I giovani (categoria "pre-family") hanno tenuto invece a freno la spesa riducendo significativamente i volumi d'acquisto, mentre le famiglie con figli (ancor più quelle con bambini), per affrontando rinunce, non sono riusciti a contenere la spesa, che resta comunque superiore a quella del 2022.