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Lunedì 28 aprile 2025 - 11:20

LA REGIONE NON SFRUTTA LE ESSENZE, L'ORO DELL'ISOLA (NUOVA SARDEGNA)

Sassari, 29 dic 09 (La Nuova Sardegna) - Essenze prodigiose, profumi dalle magiche fragranze, olii superbi, aromi da favola: l'isola ha un patrimonio verde straordinario, ma non riesce a valorizzarlo. «Mirto, rosmarino, salvia, elicriso, timo, aloe, lavanda, eucalipti, corbezzoli: i nostri sono gioielli preziosi, incantevoli - dicono produttori, rivenditori e promoter di questo comparto per l'erboristeria di qualità - Potrebbero arricchire i sardi. Eppure, questa miniera d'oro è sfruttata male». L'ultima riprova? L'esclusione della regione da un maxiprogetto sulle piante officinali.
Flop. Una beffa: sarebbe stato sufficiente presentare schede e moduli nei termini. L'isola perderà quasi 150mila euro. Ma perderà soprattutto l'occasione di venire inserita in un programma ultramoderno che tende a dar prospettiva a un segmento economico oggi di nicchia. Mentre la Sardegna resta al palo, la Francia, il Marocco, la Tunisia, l'Egitto, la Grecia, la Spagna, i Paesi del Maghreb, la stessa Calabria, che si è mossa per tempo, si espanderanno.
Un vero peccato. Sì, perché, stando a quanto rilevano gli specialisti, in quest'ambito siamo proprio noi sardi a non avere niente da invidiare agli altri mancati partner del piano (Enpi Med). Se fino a una quindicina d'anni fa nell'isola esisteva solo una sparuta squadra di pionieri che avevano fiutato la chance di sviluppo, ora c'è un piccolo ma agguerrito mondo in movimento. Che, grazie ai contatti su internet e agli scambi commerciali con l'estero intensificati di recente, appare pronto a raccogliere le sfide internazionali.
Analisi. Quali le novità da questo punto di vista? All'inizio del 2006 l'Ersat aveva elaborato una mappa per le otto Province: aziende, specie prodotte, ettari coltivati, macchinari usati per la distillazione e impianti di essicazione. Allo studio avevano partecipato Ivo Porcu, che adesso lavora per l'agenzia Laore, e numerosi altri tecnici della Regione. Ma in questi tre anni i 164 produttori censiti a fine 2005 sono aumentati. La superficie impiegata per piante aromatiche supera ormai i 300 ettari. E c'è stata infine una notevole crescita dei magazzini di stoccaggio, delle apparecchiature, dei punti vendita. Resta difficile valutare il giro d'affari complessivo, spesso frammentato e differenziato a seconda dei prodotti trattati.
Cooperazione. Ma è molto vitale l'attività dei quattro consorzi. Mentre le coltivazioni si estendono un po' a tutte le aree dell'isola: da Soleminis, Muravera, Pula, Senorbì, Dolianova sino Narcao, Laconi, Santa Giusta, Putifigari, Nulvi, Ploaghe, Arzachena, Calangianus e ad altri centri ancora. «Certo, spiace il disinteresse da parte dell'amministrazione pubblica - afferma Giorgio Garau, del consorzio Officinerbe Sardigna - Quel progetto che la Regione avrebbe dovuto presentare ci avrebbe consentito di stare al passo con gli altri Paesi. Invece non è saltato fuori niente. Ed è un male: un comparto come il nostro ha bisogno di essere apprezzato e pubblicizzato nelle migliori condizioni possibili».
Commerci. Se la Calabria ha già coinvolto nella programmazione l'università del proprio capoluogo e una fondazione, la Terina, la Giunta sarda su questo versante non intrattiene più da tempo relazioni con i docenti della facoltà sassarese di agraria né con i loro colleghi delle due facoltà isolane di scienze e farmacia e neanche con il Crs4. Può darsi che, dopo la recente visita fatta proprio ad Agraria dall'assessore Andrea Prato, le cose possano cambiare. «Ma per il momento la mancanza di un coordinamento e di precise sinergie operative sono evidenti - afferma con amarezza Luigi De Fraia, titolare di HerbSardinia, che crea cosmesi biologica - Dio sa, invece, quanto abbiamo bisogno di una valorizzazione appropriata». Una paura che spesso tra gli operatori è associata al pericolo di vedere l'isola continuamente esposta alle razzie di chi non esita a saccheggiare le colture spontanee nelle terre più impervie.
Idee. Non manca invece l'iniziativa dei privati. E abbondano, soprattutto, i progetti mirati. Anzi, ce n'è per tutti i gusti. Il gioielliere nuorese Fabio Rosas crea il profumo «Nuova passione» con 70 diverse essenze sarde. «Va alla grande - sostiene - Dopo le presentazioni a Hong Kong, a New York e al Man del capoluogo barbaricino riusciamo a stento a star dietro alle richieste». Vicino a Oliena, poi, su un lato del resort Su Gologone, tra gli orti, c'è una piantagione che suscita l'entusiasmo degli ospiti abituati a dimorare sotto il Corrasi. Interessati agli aspetti culinari, i villeggianti non disdegnano infatti tisane e infusi. A Orosei la famiglia Lentinu sfrutta i fichi d'india. Nel Sinis i Sulas si occupano di lavanda. Poi c'è la Biol di Nuragus. La Ileana di Seulo. La Klimm di Alghero, che lavora lentischio, rosmarino, elicriso e tenta mix innovativi perfino col sughero.
Versi. Senza dimenticare, naturalmente, la giornalista-poetessa che crea profumi etnici, Fiorella Ferruzzi. «Il finanziamento europeo perso dalla Regione è un segnale negativo - dice - Indica come manchi lungimiranza e ci sia scarsa attenzione verso un comparto che può creare ricchezza a tutto tondo nell'intera isola. Che invece viene saccheggiata da committenti non sardi. I quali - loro sì - riescono ad apprezzare l'unicità delle essenze sarde».
«Non sono tanto l'importanza e l'ammontare della cifra perduta a pesare - prosegue Fiorella Ferruzzi - Pesa di più la scarsa sensibilità e il non voler credere e investire in una risorsa unica: dalla produzione delle essenze alla loro commercializzazione per usi farmacologici, cosmetici, alimentari».
«Come creatrice di profumi con essenze naturali conosco l'alta qualità del nostro prodotto che uso per il mio profumo ORGìA e nella composizione dei profumi su misura per la persona e l'ambiente - è la sua conclusione - La comunicazione olfattiva è una carta da giocare. Anche nel settore turistico: nessuno dovrebbe andar via dall'isola senza il suo flacone di essenze sarde naturali al 100%. E in ogni stand fieristico che ci rappresenta non dovrebbe mancare il diffusore di essenze isolane: il ricordo resta indelebile, com'è indelebile l'ignoranza di molti dei nostri politici».

PIER GIORGIO PINNA