Economisti e imprenditori agricoli provenienti da tutta Italia hanno raccontato la propria esperienza per definire i concetti di reti di impresa e di impresa a rete, riassumibili nel motto "l'unione fa la forza". L'intervento di Prato era inserito nella sessione del forum dedicata al capitale umano, perché la rivoluzione immaginata dall'assessore può essere realizzata solo rimettendo l'uomo al centro della vita e dell'economia. "Solo il ritorno alla campagna consentirà all'uomo di oggi di conciliare lavoro, famiglia e tempo libero e di ritrovare, così, il suo equilibrio".
Prendendo le mosse dalla crisi del lavoro in Sardegna, sfociata ieri nell'occupazione dell'aeroporto di Cagliari da parte dei lavoratori Alcoa, Prato ha delineato un futuro nel quale le aziende agricole ricominceranno a produrre ricchezza seguendo la strada delle energie rinnovabili e della multifunzionalità in senso turistico. Per fare la rivoluzione bisogna partire dalla scuola. "Spieghiamo ai nostri ragazzi che è inutile che studino Scienze della comunicazione e Giurisprudenza, non ci sono sbocchi professionali. Però come faremo a convincerli se noi per primi non facciamo che lamentarci? Dobbiamo riuscire a comunicare ai giovani l'emozione della campagna". Una campagna vissuta non da dilettanti, ma da professionisti, cioè appunto da "contadini laureati", competenti e capaci di fare impresa. Nel suo intervento, l'assessore Prato ha ricordato inoltre la necessità di valorizzare le specificità locali perché "non è possibile che gli hotel di tutta Italia, da nord a sud, propongano gli stessi identici alimenti. Non possiamo avallare l'appiattimento enograstronomico del panorama italiano".
Al forum hanno preso parte diversi studiosi come Angelo Frascarelli, professore al Dipartimento di Scienze economico-estimative e degli alimenti nell'Università degli Studi di Perugia. Contributi a proposito della crisi economica sono arrivati, inoltre, dal giornalista di Panorama Marco Cobianchi, autore del libro "Bluff- perché gli economisti non hanno previsto la crisi e continuano a non capirci niente". Secondo Cobianchi, le difficoltà delle aziende agricole italiane in parte derivano, paradossalmente, dai troppi aiuti che ricevono, perché "un'azienda aiutata è un'azienda sotto ricatto: vedi la Fiat". E a proposito di aiuti, Franco Sotte dell'Università politecnica delle Marche ammonisce: "La Politica agricola comune non sarà più la stessa e i contributi europei per l'agricoltura sono destinati a calare in modo vertiginoso". (chartabianca, 16:45)